(Ancona 1643 – 1724)
Giona gettato in mare
Giona rigettato dalla balena
coppia di dipinti ad olio su tela, cm 38 x 47
(Ancona 1643 – 1724)
coppia di dipinti ad olio su tela, cm 38 x 47
Questo curioso pendant dalla pennellata veloce e dai vividi cromatismi raffigura le vicende del testo biblico relativo al Libro di Giona. Nella tradizione il profeta Giona viene incaricato da Dio di portare la sua predicazione presso la città di Ninive, città peccatrice e pagana, affinchè gli abitanti si convertano ed evitino il castigo divino. Avendo in odio la città ed i suoi abitanti, quasi a preferirne la distruzione al posto della salvezza, Giona rifiuta l’incarico imbarcandosi per mare con l’obbiettivo di rivolgersi altrove. L’imbarcazione viene però travolta da una tempesta ed il profeta, per evitare che tutte le persone imbarcate periscano in mare rivela la sua colpa e viene così gettato in mare. Si arriva perciò al fulcro della vicenda, con in profeta che viene inghiottito da una “grosso pesce”, tradizionalmente identificato in una balena, e dopo tre giorni e tre notti di preghiera, l’uomo viene miracolosamente risputato vivo dalla creatura ed approda sano e salvo sulla costa. Imparata la lezione, Giona si reca poi a Ninive e dopo aver preso coraggio predica la parola del Signore convertendo il popolo e garantendogli così la salvezza.
A livello di rappresentazione, la storia di Giona riproposta nell’arte durante i secoli ha sempre portato a sorprendenti e curiosi risultati, forse per la possibilità degli artisti di liberare la propria fantasia nella rappresentazione del mostro marino, protagonista della vicenda al pari del profeta stesso.
Le due opere in esame raffigurano le scene centrali della storia raccontata: Giona gettato in mare, e lo stesso mentre viene liberato dal ventre del mostro. Nel primo dipinto troviamo la scena dominata dal mare in tempesta mentre, non lontano dalla costa, il profeta sta per essere gettato in mare dai suoi compagni di viaggio mentre in agguato tra i flutti è la balena, raffigurata solamente nella testa e in parte della coda. Le onde alte e violente ed il cielo livido testimoniano la drammaticità e della scena e la fragilità degli uomini di fronte alle forze della natura.
La seconda tela propone invece la scena della salvezza di Giona. Qui Giona viene raffigurato seminudo, la figura muscolosa tesa nell’atto di correre via dall’acqua verso la salvezza degli scogli e la terraferma, in lontananza sotto un cielo che va schiarendosi, è il pesce che emerge parzialmente dai flutti, il corpo sinuoso e l’espressione meno minacciosa rispetto al primo dipinto. Due opere gemelle quindi, che raccontano le parti salienti del celebre testo biblico con abbondanza di dettagli e personaggi caratterizzati. A risaltare per qualità è la resa del mare e delle onde, rese vivide dalle pennellate guizzanti e dai colori intensi. A testimoniare inoltre la grande qualità e conservazione delle due tele è lo spessore della materia pittorica, non intaccata da restauri o cadute di colore.