Giuseppe Guindani

eredità e memoria

Dipinti dalla collezione Guindani Capisani

1 – 23 febbraio 2025

Inaugurazione sabato 1 febbraio ore 18:00

Galleria Mossini ha il piacere di ospitare un’esposizione dedicata al pittore Giuseppe Guindani (1886 – 1946) a molti anni di distanza dall’ultima rassegna pubblica.

La mostra, resa possibile grazie alla collaborazione con i diretti discendenti della famiglia Guindani, si pone l’obiettivo di riscoprire una delle figure chiave della vita artistica della città del primo ‘900: pittore di paesaggi, nature morte ma soprattutto ritratti, nei quali si fondono ricerca del reale e introspezione. Attraverso una selezione di dipinti provenienti dagli eredi dell’artista, e perciò impossibili da vedere altrimenti, si intende mostrare il percorso artistico di Guindani, le sue sperimentazioni e la sua evoluzione attraverso i primi tumultuosi decenni del secolo breve.

La vita dell’artista, formatosi a Brera e all’Istituto di Belle Arti di Venezia tra il 1908 ed il 1910, è stata caratterizzata da un impervio percorso per uscire dai confini della città ed affermarsi a livello nazionale, lo dimostrano le partecipazioni alle Biennali di Venezia dal 1922 al 1928.

Il decennio 1928 – 1938 pur rappresentando la maturità dell’artista, è vissuto in un ambiente di isolamento provinciale. Sebbene apprezzato come ritrattista della borghesia, Guindani non riesce a evitare i sospetti di carattere politico vista la mancata iscrizione al Partito Fascista. Sono questi gli anni del buen retiro presso la casa di Malcesine. Sulle rive del Garda compone alcune tra le sue opere più celebri, che descrivono lo scorrere del tempo tra i colori del lago e le sue sensazioni. Un eremo tranquillo, lontano dal frastuono di un mondo che sta per spingersi verso il secondo conflitto mondiale.

Del 1937 è il disegno per il manifesto della Mostra Iconografica Gonzaghesca, importante evento che si svolse a Palazzo Ducale, culminante con la visita del Re Vittorio Emanuele III. Dopo anni di partecipazioni a mostre provinciali espone al Premio Cremona del 1939, ma ormai è tardi e la guerra è alle porte, Guindani morirà nel 1946. Era stato insignito nell’anno precedente del titolo di commissario dell’Associazione Artisti di Mantova.

Dopo la morte del pittore, sarà la moglie Aristea a raccoglierne l’eredità promuovendo l’opera del marito, organizzando mostre ed esposizioni, procurandogli la fama e la visibilità che non ebbe in vita.

Gli studi del pittore nel secondo Novecento sono opera di critici e storici dell’arte come Franco Solmi, Mario Cattafesta e Renzo Margonari.

In occasione della mostra saranno esposte alcune delle opere più celebri e significative, solitamente non visibili al pubblico.